La vita intima di Niccolò Ammaniti

la vita intima

Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto. Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti.

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Maria Cristina, per alcuni Maria Tristina, per altri Maria Cretina, è una donna bellissima, la più bella del mondo, tanto bella quanto sfortunata. Moglie dell’attuale Premier, ha tutto ciò che materialmente in molti desiderano, oltre il prestigio, ma è considerata come un accessorio perché non desidera parlare, non concede interviste ed è abituata a non mostrare emozioni, a tenere per sé la sua verità, quella più intima.

Donna, figlia, sorella, moglie, vedova, madre, creatura che soffre, anima sola, Maria Cristina Palma è tutto questo e anche di più ma l’aspetto che salta all’occhio è il suo lasciarsi trasportare dagli eventi. Non è una che crea e/o coglie opportunità. Lei subisce.

Che la vita e i suoi meccanismi non abbiamo senso Maria Cristina Palma lo ha capito dopo la morte del suo primo marito, Andrea Cerri. Nessun processo razionale o percorso filosofico, ma la naturale conseguenza della ennesima, intollerabile, perdita.

Tutte le perdite della protagonista, la madre, il fratello, il primo marito, vengono affrontati ma non elaborati. Il dolore viene lasciato scorrere come conseguenza di un evento che, per quanto doloroso, ha un inizio ed una fine.

Maria Cristina è’ solo l’attrice della sua esistenza, nel teatrino della sua mente interpreta tutti i ruoli, la sportiva, la modella, la santona, la moglie dello scrittore, la moglie del Premier, la vittima del revenge porn, la candida e galleggiante Ophelia nell’abusato quadro di Millais. Nulla è autentico.

La protagonista del romanzo di Ammaniti è una voce che si perde nel coro delle voci delle protagoniste dei romanzi, di lei rimane quasi nulla impresso. Se vogliamo considerare “la vita intima” come tutti i retroscena che si celano dietro le maschere indossate dalle persone, allora questo romanzo è un vetro che mostra perfettamente la scissione tra ciò che siamo quando nessuno ci osserva e ciò che mostriamo al mondo. Ma, se consideriamo la portata di questa vita intima – nonostante vengano affrontati temi delicati come la perdita di persone amate, la depressione, il revenge porn, il ricatto – c’è da dire che il seme piantato non attecchisce. Si rimane nella superficie del dolore, si è spettatori di una vita onestamente scialba che, a parte un momento di rivalsa sul finale, rimane schiacciata da tutte le etichette che le sono state cucite addosso.

Note sull’autore

Niccolò Ammaniti è uno scrittore italiano. Ha esordito nel 1994 con il romanzo Branchie (1997). Nel 1995 ha pubblicato il saggio Nel nome del figlio, scritto con il padre Massimo, e nel 1996 la raccolta di racconti Fango. Suoi racconti sono usciti nelle antologie Gioventù cannibale (1996) e Tutti i denti del mostro sono perfetti (1997).
I suoi libri sono stati tradotti in francese, tedesco, spagnolo, greco e russo. È del 1999 Ti prendo e ti porto via, mentre nel 2001 pubblica per Einaudi Io non ho paura (diventato nel 2003 un film di Gabriele Salvatores).
Niccolò Ammaniti si è poi dedicato al fumetto, genere che ha contribuito a formare lo stile narrativo dello scrittore. Fa un pò male è il libro pubblicato nel 2004 che contiene tre brevi romanzi a fumetti sullo sfondo di una Roma minore, in una periferia pasoliniana ricca di storie e personaggi grotteschi.
Ha vinto la 61° edizione del Premio Strega nel 2007 con Come Dio comanda, che nel 2008 diventa un film di Gabriele Salvatores. Del 2009 è Che la festa cominci (Einaudi), del 2010 Io e te (Einaudi), del 2015 Anna (Einaudi) poi adattata in una fortunata serie televisiva targata Sky.
Nel 2023 esce sempre per Einaudi La vita intima.

I suoi libri sono tradotti in 44 paesi.