In Giappone, la terra del sole nascente, esiste una parola per descrivere l’accettazione dell’imperfezione delle cose. Questa รจ Wabi – sabi, usata per descrivere ciรฒ che risulta incompleto, irregolare, imperfetto.
Wabi e Sabi sono difficili da tradurre ma la prima fa riferimento alla solitudine della vita nella natura, la seconda a ciรฒ che รจ freddo, povero o appassito (fonte Wikipedia).
Il libro Wabi sabi. La via giapponese a una vita perfettamente imperfetta di Beth Kempton e tradotto da Lucia Corradini, parla di questo “antidoto efficace” per affrontare il mondo sempre piรน frenetico orientato al consumo.
Il wabi sabi รจ uno stato mentale. ร un’ispirazione profonda e un’espiazione lenta. Lo si prova in un istante di autentico apprezzamento: un istante perfetto in un mondo imperfetto. Possiamo alimentarlo con la nostra gioia a notare i dettagli e a coltivare la gioia. E lo sperimentiamo vivendo le piรน autentiche e illuminate versioni della nostra esistenza. Si tratta di sperimentare il mondo vivendolo dal di dentro, invece di giudicarlo rimanendo ai margini. Si tratta di lasciare che la strategia ceda il posto alla sensibilitร . Si tratta di prendersi tutto il tempo di prestare attenzioneIl wabi sabi รจ unโaffascinante visione del mondo che deriva dallโestetica giapponese e che ci aiuta a cogliere la bellezza nellโimperfezione, ad apprezzare la semplicitร e ad accettare la natura transeunte di ogni cosa.
Allan Percy nel suo libro Nietzsche per stressati, utilizzando la massima del filosofo tedesco, fa riferimento al tempo che la gente trascorre a rimediare agli sbagli invece di costruire cose di valore.
La negazione costante dell’esistenza dell’imperfezione, porta l’essere umano a soffrire molto di piรน nel momento in cui gli vengono fatti notare gli errori presenti in un’azione compiuta.
Secondo Nietzsche, ogni persona invece di impegnarsi nella ricerca della perfezione – che non esiste – dovrebbe dedicare il tempo a migliorarsi.