Don Rocco Alfieri non è più quello di un tempo, i pensieri lo stanno tradendo e dal suo feudo nell’hinterland sud di Milano sta perdendo il controllo sugli affari criminali della Società. Il figlio prediletto Domenico, detto Micu Bang Bang, si trova in carcere; il secondogenito, Antonino, non è pronto per ereditare il bastone del comando.
Filippo Barone è un consulente milionario. Ripulisce denaro, pilota appalti e fa da cerniera tra il mondo di sotto, dove si muovono grandi casati malavitosi e narcotrafficanti internazionali, e quello di sopra, popolato da ricchi imprenditori, senatori corrotti e broker senza scrupoli.
Il loro mondo non cambia mai. Li tiene uniti in una tragedia moderna e senza pietà, dove nessuno si salva e dove, dai grattacieli di CityLife ai nightclub di Corso Como, si sovrappongono i mille volti della criminalità multietnica di Milano.
In una città come Milano la ricchezza era l’unica carta del mazzo che contava.
Due famiglie, gli Alfieri e i Procopio, legate da cent’anni di storia, trasferitesi al Nord a partire dagli anni Sessanta con la ferrea volontà di conquistare potere. Un noir/crime che sotto la Madonnina vede uomini e donne ricattare e muovere pedine per l’interesse della propria cosca non prima di aver ottenuto l’approvazione direttamente dalla Calabria perché, anche a km di distanza, è dalla terra d’origine che vengono impartiti gli ordini.
Un cordone ombelicale che non viene mai tagliato ma continuamente alimentato da tutti gli appartenenti che in una mano tengono un Rosario, mentre sono impegnati a professare la propria devozione al culto della Madonna di Polsi, e nell’altra una pistola pronta a fare fuoco contro chi viene meno alla regole.
Nella Milano centro di affari, capitale della moda e luogo di interesse per molte imprese, si sta per compiere una guerra d’indipendenza voluta dai Procopio per liberarsi dal giogo degli Alfieri. Tanti personaggi che ruotano intorno alle due famiglie: avvocati che assistendo un presunto boss sperano in un ritorno di immagine e quindi di acquisire prestigio in alcuni ambienti, influencer, cantanti trap che spacciano droga e politici che per assicurarsi la vittoria si vendono alla malavita. Tutti uniti dalla stessa sete di potere e dalla stessa sorte.
È un quadro chiaro quello offerto da Thomas Melis, forse troppo ricco di vicende secondarie ma decisamente un’immagine scrupolosa di una città che dietro il suo splendore nasconde una rete di agganci e di azioni perpetrate da chi intende mettere le mani su tutto. È scrupoloso il lavoro compiuto dall’autore sardo, arrivato al suo terzo romanzo, che in maniera precisa elenca i nomi della gerarchia ‘ndranghetista.
‘Ndrangheta che tesse ed estende la propria ragnatela su tutta la città, dal piccolo negozio agli appalti, dalle imprese alle grandi opere.
Dalle ultime indagini condotte dalla Dia, la mafia calabrese sta cercando di infiltrarsi negli affari legati alle Olimpiadi invernali che si terranno a Cortina del 2026( fonte Antimafiaduemila ).
Note sull’autore
Thomas Melis è nato a Tortolì, in Sardegna, nel 1980. Ha studiato presso le Università di Firenze e Bologna
concludendo il suo percorso accademico nell’anno 2008. Nella vita si è occupato di progettazione su fondi comunitari e consulenza aziendale. Ha scritto per diverse riviste on line, dedicandosi ad analisi di politica interna e degli scenari internazionali. Attualmente gestisce un’attività commerciale, lavora come copywriter, crea contenuti per aziende attive sul web e, dal 2017, collabora con il sito di critica letteraria MilanoNera. Nel 2014 ha pubblicato “A un passo dalla vita”, opera d’esordio, seguito l’anno successivo dallo spin off “Platino blindato” e, nel 2018, da “Nessuno è intoccabile”. “Milano. Il mondo non cambia” è il suo primo romanzo per Fratelli Frilli Editori.