L’arazzo algerino di Antonio Pagliuso

L'arazzo algerino

Puรฒ un pregiudizio indirizzare il corso di una vita? Riaccendersi per bruciare nuove esistenze? Longadonna รจ un piccolo paese del Sud, un teatro mobile dove le giornate scorrono lente tra le chiacchiere al caffรจ. Tuttavia, l’apparente serenitร  del borgo รจ improvvisamente scossa da un efferato delitto: Polina, la giovane e brillante primogenita dei Lemoine, una famiglia di origini francesi, viene trovata morta nella sua cameretta.

Ettore Meli, l’ombroso e inquieto commissario della vicina Valbenedetto, cercherร  di risolvere il caso, affidandosi da un lato alla sua esperienza, dall’altro al vociare del popolo che, inevitabilmente, ne orienterร  le indagini.

Mai sottovalutare, perรฒ, la “violenza sotterranea che alberga nella societร ”; la vicenda si caratterizzerร  di inattesi incastri e colpi di scena fino a condurre a una veritร  molesta e sconvolgente. Una veritร  che non ammetterร  alcuna redenzione.

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Sulla parete opposta, invece, campeggiava un enorme arazzo, il pezzo pregiato della casa, comperato anni prima da nonno Marcello da un ambulante algerino.

L’arazzo raffigurava un tipico paesaggio magrebino con alcuni uomini del deserto seduti sulla sabbia, intenti a giocare a dama e a mangiare datteri. Sullo sfondo, mercanti dai lunghi baffi a manubrio, avvolti in caffetani color avorio, carezzavano i loro dromedari che sonnecchiavano sotto le palmi.

I ritmi dei piccoli paesi, in questo caso di un borgo dell’Italia meridionale, sono cadenzati da precisi rituali e avvenimenti: gli incontri nei caffรจ da parte dei ragazzi come ad augurare buongiorno e a regolare l’approssimarsi dell’ora di pranzo, l’alzarsi e abbassarsi delle saracinesche dei negozi, i saluti dei vicini e le chiacchiere dei paesani che possono macchiare o rendere immacolata la reputazione di taluni soggetti.

A rompere la tranquillitร  di un posto basta un non nulla, se poi si tratta della morte di una ragazza appena diciottenne, la quiete dell’intero paese รจ annientata.

L’arazzo algerino rappresenta l’insieme dei pregiudizi, dei dettagli a cui si dร  poca importanza e macchie del passato che ancora infangano. Ci sono indizi messi in chiaro ma allo stesso tempo genialmente celati da apprezzamenti convincenti.

รˆ il gioco della caccia al colpevole che va ad esaminare gli animi, a scavare a fondo, a rompere la quiete delle famiglie unite, a riportare a galla avvenimenti che bruciano ancora.

Un testo breve, 91 pagine, che portano ad un’improvvisa rivelazione che spiazza e ammutolisce, che rende l’urlo dei silenziosi cosรฌ chiaro da raggelare. รˆ esattamente l’avverarsi di ciรฒ che non ti aspetti, di ciรฒ che non prendi nemmeno in considerazione.

Un giallo avvincente, con una solida struttura, in cui ci sono vittime per mano di altri e vittime per la mancanza di pentimento e redenzione.

Autore

Antonio Pagliuso รจ nato a Lamezia Terme (CZ) nel 1990. Scrive per la rivista culturale “Glicine“. รˆ formatore nel laboratori di editoria e autore del romanzo Gli occhi neri che non guardo piรน ( Talos Edizioni, 2017). L’arazzo algerino รจ pubblicato da Dialoghi nella collana Grida.