Il posto del Premio Nobel Annie Ernaux

il posto

La storia di un uomo – prima contadino, poi operaio, infine gestore di un bar-drogheria in una città della provincia normanna – raccontata con precisione chirurgica, senza compatimenti né miserabilismi, dalla figlia scrittrice.

La storia di una donna che si affranca con dolorosa tenerezza dalle proprie origini e scrive dei suoi genitori alla ricerca di un ormai impossibile linguaggio comune. 

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Nel libro Il Posto, pubblicato da Gallimard nel 1983 e, in Italia, da L’Orma un anno dopo, la scrittrice rievoca le umili origini del padre e la sua vita in cui si è occupato di diversi lavori, dalla campagna al lavoro in fabbrica e infine della gestione di un bar-alimentari in un piccolo centro della Normandia.

Un rapporto tra padre e figlia autentico riportato con una semplicità disarmante che richiede molto coraggio perché ogni scrittore, nello scrivere un’autobiografia, si mette a nudo con il lettore.

Si resta ammaliati dalla scrittura della Ernaux, incantati ad un’altra vita che viene raccontata pagina dopo pagina. Una ricostruzione priva di forzature, descrizioni imbellettate e complimenti arricchiti.

E sono passi e pagine di puro amore, senza illusioni di eroismo, di forzata accettazione di ogni aspetto.

Ci dicevamo sempre le stesse cose di un tempo, quelle di quando ero piccola, nient’altro.

Pensavo che per me non potesse più fare nulla. Le sue parole e le sue idee non erano quelle che circolavano nelle lezioni di letteratura o di filosofia, nei soggiorni coi divani di un velluto rosso dei miei compagni di classe. In estate, dalla finestra aperta di camera mia, sentivo i colpi regolari della sua vanga che appiattiva la terra dissodata.

Forse scrivo perché non avevamo più niente da dirci.

La scissione di due individui, uno aggrappato alle sue abitudini e convinzioni, l’altra alla ricerca del suo posto nel mondo, ma sempre un padre e una figlia legati da quella tenerezza che non ha bisogno di essere espressa a parole.

Note sull’autrice

Annie Ernaux è una scrittrice francese vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2022. Di famiglia operaia, ha vissuto fino all’adolescenza in Normandia, mantenendo in seguito un forte legame con l’ambiente sociale d’origine e le tematiche della differenza di classe. Ha esordito con il romanzo Gli armadi vuoti (Les Armoires vides, 1974), nella tradizione del realismo sociale, cui è seguito Il posto (La place, 1984), ricostruzione del proprio ambiente familiare.

Nei romanzi successivi ha continuato a indagare, in un linguaggio «vero», che si vuole oggettivo e depurato da evasioni stilistiche o di finzione romanzesca, i luoghi e le sensazioni della propria autobiografia al femminile: Passione semplice (Passion simple, 1991), La vita esteriore (La vie extérieure, 2000, nt), Perdersi (Se perdre, 2001, nt), L’uso della foto (L’usage de la photo, 2005, nt), L’altra figlia (L’autre fille, 2016). Gli anni (Les années, 2008), pubblicato da L’orma nel 2016, è vincitore del Premio Strega Europeo 2016 e finalista del Premio Sinbad 2015 – Narrativa straniera. Con L’Orma ha pubblicato Memoria di ragazza (2017), La vergogna (2018) e La donna gelata (2021).

Nel 2022 è vincitrice del Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui scopre le radici, le estraneità e i vincoli collettivi della memoria personale”.