Massimo Gramellini e Chiara Gamberale con il romanzo “Avrò cura di te” ci fanno immergere nella storia di Gioconda, detta Giò, insegnante di 36 anni, anima inquieta e con un unico grande amore: Leonardo. Il marito che l’ha abbandonata. Disperata si ritrova a vivere nella casa dei nonni. Una notte Giò trova una lettere che tanti anni prima sua nonna aveva scritto al suo angelo custode. Giò scrive a sua volta a questo angelo non immaginando certo di ottenere risposta.
Bentornata, Giò.
Perché tu riuscissi a sentire di nuovo la mia voce ci voleva questa notte nell’anima in cui tutto sembra perduto e quindi ridiventa possibile.
Risposta che invece arriva e da qui inizia una fitta corrispondenza tra Giò e Filèmone,il suo angelo custode. Grazie a Filèmone, la nostra protagonista apprenderà cosa vuol dire dare meno ascolto ai pensieri e di più al cuore. Ammetterà le proprie colpe, cosa l’ha spinta tra le braccia di un altro uomo perdendo così il marito. Ma riuscirà soprattutto nell’impresa più grande, ritrovare se stessa.
Non posso impedirti di inciampare.
Però posso medicare il tuo piede ferito.
E prenderti in braccio, fino a quando
non sarai in grado di camminare sulle tue gambe.
Non desideriamo tutti avere qualcuno che si prenda cura di noi, qualcuno che arrivi improvvisamente, estraneo alla nostra famiglia, alla nostra cerchia di amici e conoscenti ma capace di capirci come nessun altro al mondo? Qualcuno a cui non dobbiamo spiegare tutto o dire dettagliatamente cosa ci ha spinto a compiere quell’azione? Io credo di sì! Tutti vorremmo avere un Filèmone. E chi lo dice che non sia accanto a noi?
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